Il 4 febbraio si è svolto il
primo di 5 incontri promossi da CISL:
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La volontà a quanto si
apprende è fare un quadro della sanità in provincia di Pordenone.segui sempre il Blog:
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In questo post vogliamo proporvi una sintesi, che non vuole e non può essere esaustiva, di quanto avvenuto in questo incontro.
Paolo
Florean
Apre l'incontro e ne indica lo scopo: "conoscere meglio e per capire", la sanità provinciale e regionale attualmente, perché prima di dare giudizi è necessario comprendere la situazione attuale e le proposte. presenta brevemente i convenuti in qualità di relatori e poi lascia spazio alla prima relazione.
Apre l'incontro e ne indica lo scopo: "conoscere meglio e per capire", la sanità provinciale e regionale attualmente, perché prima di dare giudizi è necessario comprendere la situazione attuale e le proposte. presenta brevemente i convenuti in qualità di relatori e poi lascia spazio alla prima relazione.
Giorgio Simon
Si parte con la prima relazione, a
parlare è il direttore sanitario dell'ASS n°6 Giorgio Simon,
l'introduzione è un ringraziamento per questo tipo d'incontro che
vuole uscire dalle polemiche avvenute anche tramite mezzo stampa in
questo ultimo periodo sulle evoluzioni sanitarie di quest'ultimo
periodo, inoltre esegue una distinzione veramente meritoria: "I
numeri sono ufficiali e pubblici che riguardano la sanità
provinciale e regionale, i commenti sono personali".
Breve riassunto sulla
storia che porta a questi cambiamenti, il "Decreto Balduzzi"
in realtà è l'attualizzazione di quanto era previsto dalla Legge
13/95, dove era già previsto che agli ospedali rimanesse il
trattamento esclusivo delle patologie acute. I punti chiave della relazione
sono:
- Aumento dei posti letto per non acuti;
- Aumento dei posti letto nelle case di riposo;
In Provincia di Pordenone
|
Extra Provinciali ma in FVG
|
Extra
regionali
|
Totale
ricoveri
|
|
Ricoveri dei pordenonesi
|
39.000 ca.
|
5.000 ca.
|
5.000 ca.
|
49.000 ca.
|
Per alcuni di questi ricoveri in
regione è "normale" che sia così poiché alcune
specialità non sono presenti in provincia di pordenone (ex.
Neurochirurgia), ma la maggior parte delle specialità per cui si
"emigra" sono ostetricia, ginecologia, pediatria,
ortopedia, tutte specialità presenti in provincia. Per i ricoveri extraregionali vale
in sintesi lo stesso paradigma, la maggior parte dei ricoveri sono
per ortopedia e chirurgia, anche queste specialità presenti in
provincia.
La seconda parte della relazione
riguarda quanto la provincia attrae da fuori provincia, a farla da
padrone in questo campo sono l'IRCCS CRO di Aviano ed la Casa di Cura
polispecialistica San Giorgio.
Si chiude il tutto con una
diapositiva di provocazione: "Fanno più notizia i posti letto
od un primario che va in pensione...rispetto a 313.000 persone in
provincia cche stanno a casa loro, persone sulle quali andrebbe
organizzato l'offerta sanitaria provinciale".
Willy Mercante
Riferisce una solidità del
sistema, evidenziando che a suo avviso il sistema di emergenza è
gestito per l'85% dagli infermieri.ica
della popolazione e servizio di autoambulanze:
Abitanti
|
Ambulanze
|
|
---|---|---|
Nord
|
100.000 ca.
|
5
|
Sud
|
200.000 ca.
|
6
|
Totale
|
300.000 ca.
|
11
|
Tale sbilancimento è dovuto alla
conformazione territorale della provincia per garantire maggiori
chanches di sopravvivenza a chi vive in aree più difficilmete
raggiungibili.
Miglioramenti per il futuro:
Evidenzia poi che molta parte
delle attività del servizio di emergenza territoriale in provincia
di Pordenone sono in convenzione, questo assomma ad un importante
cifra un modo di evitare l'affrontare un problema, tuttavia la
qualità di questo servizio sarebbe più alta essendo internalizata.
Un ulteriore spinta potrebbe giungere dalla mobilità interna tra
strutture concordata con i dipendenti che permetterebbe di aumentare
lo scambio di conoscenze e competenze tra centrale e periferici.
Roberto Biancat
Apre con una visione storica del
CRO di Aviano, che passa dall'ospedale previsto per lungodegenti
all'ospedale come istituto di ricerca, dal 1984 ad oggi che cosa è
cambiato? Molti cambiamenti strutturali che hanno coinvolto
l'istituto negli ultimi anni, ma un ospedale che si è aperto al
mondo dell'associazionismo.
Colpisce particolarmente una
diapositiva che è anche un diagramma di flusso, si parte dal
Ministero della salute e si arriva al cittadino, passando per tutti
gli enti pubblici, l'organigramma dell'istituto stesso, il personale
in servizio, tutte le associazioni che collaborano con il cro ed
infine i cittadini che sono fruitori del servizio.
Il CRO è struttura che attrae
utenti da tutta italia...ma non solo, ci sono anche una parte di
utenti non residenti in italia e non italiani che accedono al
servizio.
Vengono infine ringraziate tutte
le attività che sono state di aiuto dalle associazioni di
volontariato a tutti i cittadini che devolvono il 5 per mille
all'istituto.
Infine uno sguardo ai progetti
futuri, il campus universitario e l'evoluzione della ricerca
scientifica, il messaggio da portare a casa è: "la crisi
finanziaria c'è e si ripercuote anche sul budget aziendale, ma
questo non deve essere un freno al lavoro di tutti".
Gustavo Mazzi
Questo intervento dà una lettura diversa ai dati, e propone una possibile risposta da offrire ai cittadini ed al territorio. Il SSR era basato su un modello di efficienza, ma vi è stato un cambio netto delle condizioni generali, sono aumentate le patologie, è aumentata l'aspettativa di vita, ma con l'aumento delle patologie cronico - degenerative (si invecchia ma non in salute) contestualmente è aumntato il sapere scientifico e con esso la tecnologia, e quindi sono aumentati anche i costi. Che fare quindi?
Questo intervento dà una lettura diversa ai dati, e propone una possibile risposta da offrire ai cittadini ed al territorio. Il SSR era basato su un modello di efficienza, ma vi è stato un cambio netto delle condizioni generali, sono aumentate le patologie, è aumentata l'aspettativa di vita, ma con l'aumento delle patologie cronico - degenerative (si invecchia ma non in salute) contestualmente è aumntato il sapere scientifico e con esso la tecnologia, e quindi sono aumentati anche i costi. Che fare quindi?
- Passare da un modello competitivo ad un modello cooperativo tra le diverse strutture che garantiscono salute (ospedali, territorio ...)
- Suddividendo i diversi livelli di assistenza, ed in base a questo dedicare le strutture.
Al termine si
apre la discussione, interviene dal pubblico il segreatio della CISL che rileva come se aumenta la disoccupazione generale (vedi caso elettolux) calano i fondi regionali della sanità in virtù del federalismo sanitario, e con questo è necessario fare i conti, ci si chiede se sono stati fatti i conti con un possibile cambiamento finanziario di questo genere, che si tradurrebbe immediatamente in un cambiamento anche organizzativo dal pubblico interviene anche Giovanni del Ben, il cui
intervento è sostanzialmente coincidente con il video che vi
proponiamo qui di seguito:
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