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Report: "L’offerta Ospedaliera oggi e ….. domani" - 04 febbraio 2014

Il 4 febbraio si è svolto il primo di 5 incontri promossi da CISL:
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La volontà a quanto si apprende è fare un quadro della sanità in provincia di Pordenone.
http://www.cislpordenone.it/wp-content/uploads/2014/01/manifesto-workshop-sistema-socio-sanitario-2-2014-001.jpg
Piove e non poco, come spesso accade in questo periodo, l'incontro inizia con il quarto d'ora accademico di ritardo e siamo circa una quarantina in sala. Tra i volti presento riconosco alcune colleghe ed un collega, inoltre sono presenti nel pubblico volti noti della sanità provinciale come Giovanni del Ben, e ..., e poi alcuni cittadini interessati all'evento.
In questo post vogliamo proporvi una sintesi, che non vuole e non può essere esaustiva, di quanto avvenuto in questo incontro.
Paolo Florean
Apre l'incontro e ne indica lo scopo: "conoscere meglio e per capire", la sanità provinciale e regionale attualmente, perché prima di dare giudizi è necessario comprendere la situazione attuale e le proposte. presenta brevemente i convenuti in qualità di relatori e poi lascia spazio alla prima relazione.
Giorgio Simon
Si parte con la prima relazione, a parlare è il direttore sanitario dell'ASS n°6 Giorgio Simon, l'introduzione è un ringraziamento per questo tipo d'incontro che vuole uscire dalle polemiche avvenute anche tramite mezzo stampa in questo ultimo periodo sulle evoluzioni sanitarie di quest'ultimo periodo, inoltre esegue una distinzione veramente meritoria: "I numeri sono ufficiali e pubblici che riguardano la sanità provinciale e regionale, i commenti sono personali".
Breve riassunto sulla storia che porta a questi cambiamenti, il "Decreto Balduzzi" in realtà è l'attualizzazione di quanto era previsto dalla Legge 13/95, dove era già previsto che agli ospedali rimanesse il trattamento esclusivo delle patologie acute. I punti chiave della relazione sono:
  • Aumento dei posti letto per non acuti;
  • Aumento dei posti letto nelle case di riposo;
Si passa poi alla descrizione puntuale dei ricoveri in provincia e dove si ricovera

In Provincia di Pordenone
Extra Provinciali ma in FVG
Extra
regionali
Totale
ricoveri
Ricoveri dei pordenonesi
39.000 ca.
5.000 ca.
5.000 ca.
49.000 ca.

Per alcuni di questi ricoveri in regione è "normale" che sia così poiché alcune specialità non sono presenti in provincia di pordenone (ex. Neurochirurgia), ma la maggior parte delle specialità per cui si "emigra" sono ostetricia, ginecologia, pediatria, ortopedia, tutte specialità presenti in provincia. Per i ricoveri extraregionali vale in sintesi lo stesso paradigma, la maggior parte dei ricoveri sono per ortopedia e chirurgia, anche queste specialità presenti in provincia.
La seconda parte della relazione riguarda quanto la provincia attrae da fuori provincia, a farla da padrone in questo campo sono l'IRCCS CRO di Aviano ed la Casa di Cura polispecialistica San Giorgio.
Si chiude il tutto con una diapositiva di provocazione: "Fanno più notizia i posti letto od un primario che va in pensione...rispetto a 313.000 persone in provincia cche stanno a casa loro, persone sulle quali andrebbe organizzato l'offerta sanitaria provinciale".
Willy Mercante
Riferisce una solidità del sistema, evidenziando che a suo avviso il sistema di emergenza è gestito per l'85% dagli infermieri.ica della popolazione e servizio di autoambulanze:

Abitanti
Ambulanze
Nord
100.000 ca.
5
Sud
200.000 ca.
6
Totale
300.000 ca.
11
Tale sbilancimento è dovuto alla conformazione territorale della provincia per garantire maggiori chanches di sopravvivenza a chi vive in aree più difficilmete raggiungibili.
Miglioramenti per il futuro:
Evidenzia poi che molta parte delle attività del servizio di emergenza territoriale in provincia di Pordenone sono in convenzione, questo assomma ad un importante cifra un modo di evitare l'affrontare un problema, tuttavia la qualità di questo servizio sarebbe più alta essendo internalizata. Un ulteriore spinta potrebbe giungere dalla mobilità interna tra strutture concordata con i dipendenti che permetterebbe di aumentare lo scambio di conoscenze e competenze tra centrale e periferici.
Roberto Biancat
Apre con una visione storica del CRO di Aviano, che passa dall'ospedale previsto per lungodegenti all'ospedale come istituto di ricerca, dal 1984 ad oggi che cosa è cambiato? Molti cambiamenti strutturali che hanno coinvolto l'istituto negli ultimi anni, ma un ospedale che si è aperto al mondo dell'associazionismo.
Colpisce particolarmente una diapositiva che è anche un diagramma di flusso, si parte dal Ministero della salute e si arriva al cittadino, passando per tutti gli enti pubblici, l'organigramma dell'istituto stesso, il personale in servizio, tutte le associazioni che collaborano con il cro ed infine i cittadini che sono fruitori del servizio.
Il CRO è struttura che attrae utenti da tutta italia...ma non solo, ci sono anche una parte di utenti non residenti in italia e non italiani che accedono al servizio.
Vengono infine ringraziate tutte le attività che sono state di aiuto dalle associazioni di volontariato a tutti i cittadini che devolvono il 5 per mille all'istituto.
Infine uno sguardo ai progetti futuri, il campus universitario e l'evoluzione della ricerca scientifica, il messaggio da portare a casa è: "la crisi finanziaria c'è e si ripercuote anche sul budget aziendale, ma questo non deve essere un freno al lavoro di tutti".
Gustavo Mazzi
Questo intervento dà una lettura diversa ai dati, e propone una possibile risposta da offrire ai cittadini ed al territorio. Il SSR era basato su un modello di efficienza, ma vi è stato un cambio netto delle condizioni generali, sono aumentate le patologie, è aumentata l'aspettativa di vita, ma con l'aumento delle patologie cronico - degenerative (si invecchia ma non in salute) contestualmente è aumntato il sapere scientifico e con esso la tecnologia, e quindi sono aumentati anche i costi. Che fare quindi?
  • Passare da un modello competitivo ad un modello cooperativo tra le diverse strutture che garantiscono salute (ospedali, territorio ...)
  • Suddividendo i diversi livelli di assistenza, ed in base a questo dedicare le strutture.
Si passa poi a parlare del cambiamento dell'utenza, da un modello dove era il professionista sanitario a"decidere il bene del paziente" ad un sistema dove l'assistito è spesso informato e vuole essere partecipe della sua salute, muta quindi il ruolo del Sanitario che oltre a "fare il bene del paziente", coinvolge l'assistito nelle scelte di salute, al fine di eseguire scelte congruenti con il suo stile di vita, i suoi valori, desideri, costruendo con lui il progetto di diagnosi e terapia ... in una parola: empowerment.
Confronto con i presenti
Al termine si apre la discussione, interviene dal pubblico il segreatio della CISL che rileva come se aumenta la disoccupazione generale (vedi caso elettolux) calano i fondi regionali della sanità in virtù del federalismo sanitario, e con questo è necessario fare i conti, ci si chiede se sono stati fatti i conti con un possibile cambiamento finanziario di questo genere, che si tradurrebbe immediatamente in un cambiamento anche organizzativo dal pubblico interviene anche Giovanni del Ben, il cui intervento è sostanzialmente coincidente con il video che vi proponiamo qui di seguito:

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