Introduzione
continuiamo il nostro percorso insieme e continuiamo ad invitarvi ad inviare le
domande che nascono da quanto pubblichiamo a: infermieri.pn@gmail.com.
Un percorso con alcuni professionisti che ci aiuteranno a conoscere meglio questo argomento. Tutti gli articoli sull'argomento:
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Emmanuele Riosa |
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La Domanda nasce spontanea,
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Il dolore impedisce di
fare qualcosa, di fare un certo tipo di movimento. Emerge quindi che quel
determinato programma motorio, deve avere qualche connotazione negativa. Se ho mal di schiena nel
raccogliere qualcosa per terra, ad esempio il portafoglio, ci deve essere un
qualche problema nel raccogliere quel qualcosa da terra.
Analizziamo quindi cosa
può essere:
- Un movimento viene eseguito per raggiungere un obiettivo, di qualunque tipo.Può essere il fine ultimo del movimento il problema?
- Certo che no, se mi cade il portafoglio, devo raccoglierlo!
E se non fosse il cosa faccio, ma il come lo faccio?
In situazioni.
fisiologiche è la funzione che plasma la struttura, se devo spostare un peso
molte volte al giorno (funzione), i miei muscoli si ingrandiranno (struttura): La funzione dunque plasma
la struttura.
Nel nostro caso invece:
La struttura (schiena)
non permette più lo svolgimento di una funzione (raccogliere il portafoglio)…
ed è un grossissimo problema! Quando la struttura
deforma la funzione… nasce il dolore. Da quali strutture è
composto il corpo umano? Vasi sanguigni, muscoli, nervi, ossa, tendini, pelle,
visceri… Quali tra questi è il
responsabile del mio dolore? Quella struttura che
all’interno del movimento non fa bene il proprio dovere…
E come fa una struttura a
far bene il proprio dovere all’interno di un movimento?
Si deve muovere secondo
dei tempi prestabiliti (timing), o prima o dopo di una altra struttura. Un
saltatore per arrivare a superare l’asticella deve far si che il movimento
delle braccia sia sincrono con il movimento delle gambe. Si deve muovere per
distanze prestabilite, quando non riesce a fare i millimetri che deve si muove
poco…se devo raggiungere la mensola posta sopra la mia testa devo stendere
completamente il gomito altrimenti dovrò compensare alzandomi sulla punta dei
piedi.
E cosa succede se si
muove poco?
Per permettere il
raggiungimento dell’obiettivo finale del movimento, qualche altra struttura si
deve muovere di più…Se il mio ginocchio
(struttura) è bloccato a causa di un trauma, nel momento in cui dovrò
raccogliere il portafoglio (obiettivo) dovrò flettere maggiormente un’altra
parte del corpo, magari la schiena (funzione cambiata). Tale parte dovrà quindi
lavorare di più.
A che prezzo? Spende più
energia di quel che deve in condizioni naturali.
E se spende più energia
vuol dire che genera più lavoro, dato che le nostre strutture sono
biologicamente attive, esse lavorano ma si usurano e devono essere ripristinate
con turnover cellulari. Quindi se lavora di più, avrà bisogno di recuperare di
più… ma non può perché deve continuare a lavorare per chi non riesce! Le strutture non bloccate
cominciano a degenerare, invecchiare, diventando inefficaci nel garantire la
funzione e l’integrità strutturale. I recettori che
monitorano le strutture, avvisano il SNC dell’impossibilità nel mantenere
l’integrità strutturale, quest’ultimo reagisce inviando l’unica informazione in
grado di bloccare tutto, il dolore.
Il punto del nostro corpo
che si era sobbarcato tutto il lavoro, alza bandiera bianca…
A poco a poco quel punto,
bloccato dal dolore, rimarrà bloccato per antalgismo… e si farà richiesta ad un
altro punto di maggior movimento ricominciando il ciclo! Ecco perché è estremamente
raro incontrare dolori muscolo articolari molto forti per lunghissimi periodi di
tempo. Il corpo guarisce, secondo i criteri che abbiamo appena visto, bloccando
zone traumatizzate e muovendo altre.
Per migliorare la
situazione, cosa devo fare? Continuare a guardare chi sgobba ed è sfinito o
devo cominciare a far lavorare chi è fermo???
La risposta è ovvia...
Emmanuele Riosa
Dott. in Scienze Motorie
Tecnico Posturale
Direttore centro postura:
Postural Chinesio
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