"Avere a disposizione una brava infermiera nell'assistenza di un malato grave è già più di mezza battaglia vinta".
Questa frase viene messa in bocca ad un medico nel libro: “Our Nurses, and the work they have to do” (Le nostre infermiere e il loro lavoro), scritto da Hannah Cox O’ Neill ed Edith Barnett e pubblicato da Ward, Lock & Co. a Londra nel 1888.
Più volte si rimane sorpresi dalla lettura di questo libro per la lungimiranza con cui venivano espressi alcuni principi che ancora oggi guidano la nostra professione e che ci sorprendono ancora oggi per la loro modernità.
Già in questo libro si parlava dell'importanza della prevenzione rispetto alla cura, addirittura gli ospedali vengono definiti come "mali necessari" mentre l'obiettivo della clinica è quello di "ricordare al mondo il suo bisogno di salute" e da qua parte la comprensione dell'infermiere come primo coinvolto nel mantenimento della salute sua e dei suoi pazienti (importanza anche dell'educazione sanitaria rivolta ad esempio alle mamme, ai pazienti guariti...).
Per fare questo le autrici hanno prodotto questo libro da considerare come un sussidio pratico alle lezioni da loro tenute alle allieve, senza troppe pretese di essere esaurienti in tutto quello che un'infermiera deve sapere e saper fare. Riguardo alla formazione viene più volte ribadito che oltre alla teoria, che deve fornire le basi per la pratica, si deve anche andare sviluppare le competenze tecniche. Secondo le autrici la migliore formazione si ottiene lavorando in ospedale per la varietà di casi che si ha la possibilità di vedere, ragionando su essi, confrontandosi con i medici e sviluppando il "giudizio clinico", preziosa qualità che un infermiere deve sviluppare e affinare.
In questo libro si tratta di tutti i compiti che erano ricoperti all'epoca dalle infermiere dando dei concetti, sapendo però di non poter trattare di tutto quello cui si viene in contatto nella realtà. Si parla di osservazione del paziente, pulizia, sicurezza e procedure.
Tra le altre cose si parla di relazione d'aiuto, cioè di instaurare un rapporto di fiducia con il paziente per ottenere la sua massima collaborazione nell'assistenza oppure si parla di garantire al paziente la massima autonomia possibile relativa alla specifica situazione.
Nella parte che tratta alle cure di fine vita sorprende trovare un intero capitolo dedicato all'assistenza dei familiari del paziente deceduto.
Addentrandosi nelle "fonti" dell'infermieristica sempre più mi rendo conto come la professione infermieristica si basi principi condivisi da molte figure storiche, più o meno espliciti, e che meritano essere conosciuti in modo da diventare consapevoli della nostra identità professionale.
Buona Lettura
+Infermieri Pordenone
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