1. La cronaca:
Pochi giorni fa l’ennesimo episodio, ragazza di 28 anni accoltellata mentre
tranquillamente correva nel parco, lei cercava di trovare serenità e
qualcun altro l’ha trovata ammazzandola.
Peccato che questa correva al parco del Cormor, nella nostra
regione e … ebbene si, può capitare anche qui come è già
avvenuto (così di getto mi vengono in mente altri due episodi uno di
Latisana e uno nella zona del Codroipese).
Cosa sta accadendo, perché
così tanti omicidi nei riguardi delle donne? Rappresentiamo veramente
il sesso debole?
Non è mio interesse mettermi a fare una disquisizione femminista
sulla diversità dei sessi, a mio avviso questo incremento di
violenza è dato dal fatto che se ne parla troppo e anche chi ci sta
pensando …. Trova il coraggio rafforzato da altri che l’hanno
effettuato e magari se la sono scampata e … credo che non siamo
proprio così deboli ma che questo rappresenti il risultato di una
debolezza dell’uomo ma ripeto questo è un mio pensiero.
2. La parola all'esperta:
Secondo l’antropologa Marcela Lagarde
la definizione di femminicidio è:
« La forma estrema di violenza di genere contro le donne, prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato, attraverso varie condotte misogine - maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, comunitaria o anche istituzionale - che comportano l’impunità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una posizione indifesa e di rischio, possono culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambine: suicidi, incidenti, morti o sofferenze fisiche e psichiche comunque evitabili, dovute all’insicurezza, al disinteresse delle Istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia » |
3. i Numeri:
99 donne uccise dall’inizio
dell’anno (9 agosto 2013), 70 in ambito familiare o affettivo. Sono sempre donne il 77,52% delle vittime di "atti persecutori",
lo stalking, dall’1 gennaio al 31 luglio: ben 3.751. Numeri in
crescita. Dall’entrata in vigore della legge 38 del 2009 che ha introdotto il reato di stalking, le denunce
presentate per atti persecutori sono state 38.142, di queste 27.853 a
danno di donne: ben il 73%. Nello stesso periodo gli omicidi sono
stati 2.484, con donne come vittime 759 (30%), consumati in ambito
familiare e sempre con vittime di sesso femminile 549 (22%). Ma
mentre i dati assoluti degli omicidi calano (erano 590 nel 2009, 528
nel 2012 e 282 nei primi sette mesi di quest’anno), quelli di donne
crescono: 160 nel 2012, già 99 fino al 31 luglio del 2013. E così
anche quelli in ambito familiare/affettivo, saliti dai 111 dello
scorso anno ai 70 sempre dei primi sette mesi dell’attuale.
Andamento analogo per gli atti persecutori, lo stalking, previsti dal 2009 dall’articolo 612 bis del Codice penale. Nel primo anno di applicazione le denunce furono 5.914, via via cresciute negli anni successivi, fino alle 5.005 di quest’anno (sette mesi). Le vittime femminili erano 3.747 quattro anni fra, sono già 3.751 fino al 31 luglio del 2013: il 77,52% del totale, dato costante in questi cinque anni di applicazione della norma.
Andamento analogo per gli atti persecutori, lo stalking, previsti dal 2009 dall’articolo 612 bis del Codice penale. Nel primo anno di applicazione le denunce furono 5.914, via via cresciute negli anni successivi, fino alle 5.005 di quest’anno (sette mesi). Le vittime femminili erano 3.747 quattro anni fra, sono già 3.751 fino al 31 luglio del 2013: il 77,52% del totale, dato costante in questi cinque anni di applicazione della norma.
Il 70% circa delle donne è stata uccisa da uomini con cui le
donne avevano o avevano avuto una relazione sentimentale (mariti,
compagni, ex mariti, ex compagni etc.); la maggior parte degli
omicidi vengono compiuti nella casa della coppia, della vittima o
dell'autore, circa 80% delle donne sono italiane, come anche gli
autori sono italiani; la maggior parte di loro vivono nelle Regioni
del Nord. Solo negli ultimi anni è nata una certa attenzione
soprattutto nei mass-media.
4. Una lettura dei dati
Ritengo che come operatori sanitari nonché professionisti sia
nostro compito conoscere e pensare a tale problema anche perché
troppo spesso queste donne sono vittime non solo dell’aggressore ma
anche di sé stesse in quanto, nel momento in cui potrebbero avere
l’opportunità di denunciare la situazione, credono al possibile
cambiamento che il loro partner, in ginocchio, gli sta promettendo…da anni e non comprendono, invece che queste persone necessitano
di cure idonee che, se vogliamo essere sinceri, al momento ci sono
pochissime strutture in grado di trattare tali problematiche. Ma
queste donne, per amore o molte volte per la convinzione che il
compagno possa cambiare stringono i denti magari a nome dei figli,
dei famigliari.
5. L'esperienza personale:
Va tenuto in considerazione che molte di queste vittime, grazie ai
loro “persecutori” si sono isolate dalla famiglie di provenienza,
dagli amici…e a tal proposito voglio raccontarvi una storia
realmente accaduta che mi fa riflettere su alcuni aspetti:
un mio carissimo amico lascia la sua fidanzata dopo circa un anno
che cercava di fargli capire che il loro rapporto aveva delle falle.
Questa cadendo dalle nuvole arriva a fargli fino a circa 50 chiamate
al giorno, minacciarlo e a minacciare i suoi amici o mettere in mezzo
costoro affinchè mettessero una buona parolina. Questo mio amico
alla fine decide di fare denuncia in quanto seriamente spaventato per
la sua sicurezza fisica e…non solo, direi molto preoccupato
anche per quella psicologica (e noi suoi amici concordiamo in quanto
inizia ad avere attacchi di panico, tachicardie, paure ad uscire,
sudorazioni profuse quando vedeva persone che potevano in qualche
modo assomigliare alla sua ex ….), nel frattempo inizia a dormire a
casa dei vari amici e famigliari, questo va avanti per circa 4 mesi
fino a quando non viene spinto da noi a ritornare a casa per
riprendere la sua identità e un amico nel frattempo va a vivere con
lui per aiutarlo ma…Nel frattempo...dal momento della
denuncia…Passano circa due mesi prima che le persone venissero
ascoltate in quanto testimoni dei fatti ebbene sì, in questi due mesi
potrebbero essere successe un sacco di cose, anche molto violente ma
non voglio cadere nella banale retorica di questa è la giustizia
italiana perché credo che si possa sempre migliorare e voglio
sperare che ciò avvenga ma, credetemi, ora ho notevole difficoltà a
dire a queste donne che riferiscono di subire violenze di fare
denuncia, perché al momento se questi sono i tempi …. PARLIAMONE!
Ma basta disquisizioni personali, di passi positivi se ne fanno e…girovagando ho trovato:
6. “La convenzione di
Istanbul"
Il 15 maggio 2011 è stata sottoscritta ad Istanbul dai membri del
Consiglio d' Europa la "Convenzione sulla prevenzione della
violenza contro le donne e la lotta contro la violenza domestica".
Tuttavia vi è previsto che la convenzione entrerà in vigore (cioè
diverrà vincolante per gli stati membri del Consiglio d'Europa) solo
dopo che almeno 10 stati membri l'avranno ratificata: sono quattro
gli Stati che l'hanno ratificata rapidamente (Albania, Montenegro,
Portogallo, Turchia), mentre il quinto è stato l'Italia con effetto
dal 16 luglio 2013”.
7. Come approfondire
Ma soprattutto, se qualcuno è
interessato ad approfondire tali tematiche gli consiglio di
partecipare al convegno SIMEU che si terrà a Pordenone il 18 ottobre
presso la Sala consiliare dal titolo: "LA
VIOLENZA DI GENERE IN PRONTO SOCCORSO", questo
tema sarà toccato e sviscerato da diversi professionisti (medici,
antropologi, psicologi…) facendoci riflettere e permettendoci di
crescere anche in questa tematica che purtroppo quotidianamente è
presente su qualche pagina di quotidiano.
+Sonia Cogo
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